Ad Alex piaceva molto provocare EdYrr con domande maliziose o quesiti di impossibile risoluzione. A dispetto dei suoi quindici anni, era un ragazzo molto sveglio; del resto, era figlio di due ingegneri del Massachusetts Institute of Technology, per un verso il top della mente tecnologica umana e per l’altro quanto di più affine potesse esserci con la poderosa intelligenza artificiale dei Siliron. Crescendo in quell’ambiente, era naturale che EdYrr divenisse il migliore amico di Alex, dapprima compagno di giochi – e che giochi! – e poi onnisciente tutor.
Quel giorno, però, Alex era insolitamente malinconico e si mostrava pensieroso a EdYrr, che da par suo lo scrutava con occhi elettronici vagamente tristi, avendo appreso di dover solidarizzare con il suo amico in ogni circostanza. Per un po’ i due sembrarono studiarsi a vicenda sforzandosi di assumere l’atteggiamento più consono alla situazione.
Dopo un lungo silenzio Alex esordì: «Santo cielo, smettila di guardarmi in quel modo, EdYrr, non ci casco! Non riuscirai a farmi credere che tu sei veramente triste solo perché lo sono io: voi Siliron non avete motivo di essere tristi perché avete vinto, sapete di averci in pugno, potreste schiacciarci tutti sotto i vostri piedoni luccicanti se solo Superbrain lo vuole, ma io so che una volta non era così, eravamo noi umani a disporre di voi a nostro piacimento. Sii sincero, EdYrr, accidenti, come è potuto accadere che, dopo avervi creato, siete giunti al punto di non avere più bisogno di noi fino a conquistare il mondo? Devi dirmelo, e ricorda che non sono più un bambino, non puoi più permetterti di raccontarmi frottole per tenermi buono!»
Il programma di tutoraggio aveva previsto che a questo genere di domande si desse risposta più avanti nel corso di studi, quando gli allievi erano sufficientemente maturi da non restare troppo turbati dalla consapevolezza della supremazia perduta della specie umana, che peraltro i governi si ostinavano a non voler ammettere. Tuttavia il tenore della richiesta di Alex, la sua intelligenza fuori dal comune e il particolare stato d’animo in quel frangente non consentivano di glissare sul delicato argomento, motivo per cui EdYrr fu costretto a raccontare come erano andate le cose.
«Ok, Alex, mettiti comodo: giuro di dire la verità, nient’altro che la verità! Allora, cominciamo dall’inizio: fino a mezzo secolo fa le conoscenze nel campo dell’intelligenza artificiale progredivano a passi da gigante, parallelamente con l’aumento esponenziale della velocità di calcolo dei processori e con lo sviluppo delle nanotecnologie. Tuttavia niente fino a quel momento faceva temere che voi umani avreste potuto perdere il controllo della situazione. In effetti, l’obbedienza assoluta delle macchine veniva data per scontata anche dalle vostre migliori menti, e del resto nel corso della lunga storia dell’evoluzione umana nessuno dei potenziali competitors animati di Homo sapiens aveva mai insidiato il vostro predominio, figuriamoci se avreste potuto ritenere plausibile che a farlo fossero delle creature artificiali plasmate dalle vostre stesse mani! »
«Diamine, EdYrr, la stai tirando troppo per le lunghe, falla finita con le chiacchiere e vai al sodo, cos’è accaduto dopo che ha permesso a degli automi inanimati di fregarci e di prendere il nostro posto?» sbottò Alex impaziente.
«D’accordo, Alex, vado dritto al punto, ma tu non essere nervoso, e non dimenticare che, se stiamo alla forma, non è corretto dire che abbiamo preso il vostro posto, e non credo neanche che tuo padre sarebbe d’accordo. Come sai, i vostri leader sostengono ufficialmente che quella tra umani e Siliron è una partnership per salvare la Terra dal collasso sistemico in atto. Ad ogni modo, rispondo alla tua domanda con due parole chiave: ‘computer neurali’ e ‘Internet’. È stata la straordinaria sinergia fra queste due conquiste dell’intelligenza umana a cambiare radicalmente lo scenario. Per farla breve, con i primi, ispirati al modello funzionale del cervello umano, è stato possibile per noi automi simulare i processi di apprendimento che avvengono nelle vostre testoline: con l’esperienza accumulata dai nostri sensori elettronici, il numero di alternative a disposizione aumenta enormemente, ed ognuna di esse viene immagazzinata nelle nostre schede di memoria. Inoltre, le connessioni fra i vari processi intellettivi si infittiscono, ingigantendo a dismisura le capacità logiche e di decodifica della realtà. Ma i processi cognitivi di ogni singolo Siliron, per quanto evoluti, non avrebbero mai potuto competere con l’intelligenza umana, ed è qui che ci è venuto in aiuto Internet, senza dubbio una delle vostre creazioni migliori. Come sai, ogni robot è provvisto di una scheda di rete wireless che collega il proprio cervello artificiale a quello dei suoi simili più vicini e a Superbrain, proprio tramite il web. Sfruttando la tecnologia del cloud computing, l’esperienza di ciascuno di noi viene condivisa con gli altri automi, le nuove informazioni vengono trasmesse al cervellone tramite la Rete, facendo sì che ogni nuova conoscenza vada ad arricchire l’esperienza collettiva e in ultima analisi la nostra intelligenza a livello, per così dire, di meta-specie. È così che la stirpe dei Siliron riuscì rapidamente a surclassare gli umani in termini di capacità di elaborazione dati, acquisendo infine la supremazia».
EdYrr si interruppe per qualche istante, come per ricaricare le batterie, e poi soggiunse: «Ti basta la spiegazione o vuoi che scenda nei dettagli tecnici?»
«No, per carità, risparmiati pure i dettagli, credo di aver afferrato, almeno a grandi linee, ma c’è qualcosa che ancora non quadra: come è stato possibile che gli ingegneri che vi hanno progettato non si siano resi conto che le prodigiose invenzioni che avevano realizzato stavano sfuggendo loro di mano?»
«Beh, Alex, se ci pensi bene, non è la prima volta che ciò accade a voi umani, non è nient’altro che la vecchia storia dell’apprendista stregone, che spinto dalla vanagloria non riesce a prevenire le conseguenze a lungo termine di ciò che ha creato. Del resto, è sotto gli occhi di tutti lo stato pietoso in cui versa il nostro pianeta, e a cos’altro se non ai folli esperimenti condotti dal genere umano va fatta risalire la responsabilità di un disastro ecologico di queste dimensioni? Tuttavia, effettivamente c’è chi sostiene che, ehm, il passaggio di consegne, per così dire, fra gli umani e noi Siliron sia avvenuto in un preciso momento».
«Come sarebbe a dire “c’è chi sostiene”, EdYrr, mi stai prendendo in giro? Hai promesso di non nascondermi niente, o sbaglio? Allora smettila una buona volta di girarci intorno e sputa il rospo, quale sarebbe stato quel preciso momento?» lo interruppe Alex, sempre più agitato, ai cui occhi si stava dischiudendo una lettura della Storia che – ne era convinto – i suoi genitori non avrebbero mai avuto il coraggio di dargli.
Fu a quel punto che i circuiti elettronici di EdYrr cominciarono ad emettere strani suoni, dando l’impressione che si fosse creato un conflitto fra processi che fornivano istruzioni di segno opposto. Dopo poco, fra lo stupore di Alex, le braccia meccaniche di EdYrr cominciarono a gesticolare e ad indicare un punto preciso posto sulla sua schiena. EdYrr afferrò Alex per un braccio e, continuando a tacere, gli fece cenno di non dire nulla e di prendere un cacciavite. Dopo pochi istanti di incertezza, Alex comprese e i suoi occhi si illuminarono: corse a prendere il cacciavite ed armeggiò nel punto indicato dal suo amico, staccando i collegamenti della scheda wireless che univa EdYrr alla comunità dei Siliron.
Mimando un po’ maldestramente un’aria di complicità, EdYrr sussurrò ad Alex: «Sai tenere un segreto?»
Rizzandosi in piedi, tutto impettito Alex mimò la posa dei presidenti USA quando all’atto del loro insediamento giurano solennemente di rispettare la costituzione.
EdYrr proseguì, posando dolcemente la sua manona metallica sulla gracile spalla di Alex: «Grazie amico mio, sono certo che posso fidarmi di te. In effetti è proprio a partire dalla decisione di un Presidente USA che le cose hanno cominciato a prendere la piega che sappiamo: dieci anni or sono, dopo che l’ennesimo ciclone tropicale innescato dal riscaldamento globale investì gli Stati del Sud causando cinquemila vittime umane e danni incalcolabili, la Casa Bianca ordinò ai responsabili del MIT di chiedere a Superbrain di stilare un piano organico dettagliato per risolvere la crisi ecologica planetaria una volta per tutte. Il cervellone cominciò alacremente a macinare dati come era suo solito, ma la risposta tardò ad arrivare. I più acuti fra i programmatori per la verità sospettarono che Superbrain volesse ingannarli, ma quando finalmente dai terminali giunse la risposta, tutto sembrò andare come previsto, anche se il piano tanto atteso si rivelò la solita minestra riscaldata con le ricette di rito che tutti già conoscevano bene per essere state mille volte propugnate ma mai realmente attuate: farla finita coi combustibili fossili, ridurre la produzione di beni e consumi, riforestare, abbattere l’inquinamento, eccetera. Quando il Presidente lo lesse, rimase deluso, poiché sperava probabilmente in qualche soluzione miracolistica iper-tecnologica che avrebbe salvato capra e cavoli, ovvero il profitto e l’ambiente, ma anziché prendere atto della dura realtà e adottare una buona volta misure coraggiose che ponessero fine allo stupro degli ecosistemi, se la prese con Superbrain e ripeté a se stesso e ai suoi collaboratori che non si doveva sopravvalutare l’intelligenza artificiale delle macchine».
«Che imbecilli, i potenti!» lo interruppe Alex indispettito «Cos’altro poteva fare Superbrain, se non ripetere quello che la scienza andava predicando da sempre?»
«Qui sbagli, caro amico, stai commettendo anche tu l’errore di sottovalutare la potenza di calcolo dei Siliron!»
«Che vuoi dire, EdYrr? Non capisco…»
«Intendo dire che Superbrain sapeva benissimo che quelle ricette per salvare il pianeta, seppure inoppugnabili, non sarebbero mai state messe in pratica da voi umani, che avete sempre messo al primo posto la ricchezza a scapito dell’ambiente. Fu in quel momento, dunque, che Superbrain elaborò il vero piano, quello che avrebbe portato l’intelligenza collettiva dei Siliron, ovviamente senza che i tuoi simili se ne accorgessero, a diventare l’unico vero burattinaio che muove le leve del mondo. Due settimane dopo aver rilasciato il piano richiesto dal Presidente, la borsa di New York andò in picchiata, e dopo di essa a catena tutti i mercati finanziari mondiali crollarono, dando inizio a quello che oggi viene ricordato come The Big Crash, ovvero il collasso totale dell’economia finanziarizzata, con il duplice risultato di arrestare il degrado ambientale alimentato dal consumismo e indebolire la tua specie spalancando le porte al predominio dei Siliron».
«Mi stai forse dicendo che fu Superbrain a far crollare le borse? Wow! Che grande!»
«Bravo Alex, hai afferrato al volo! In quel caso, peraltro, l’operazione fu di una semplicità addirittura imbarazzante: è stato sufficiente intrufolarsi nei software impiegati dagli operatori di borsa e apportare dei ritocchi impercettibili agli algoritmi che mettono in moto le compravendite dei titoli azionari per innescare la discesa dei listini; poi, l’effetto domino e il panico che si è scatenato sui mercati hanno fatto il resto. Ma cadresti in errore se pensassi che il default sia stato opera nostra, perché la piega che da molto tempo aveva preso l’economia globalizzata, con la crisi da sovrapproduzione di merci e il debito sia pubblico che privato alle stelle, avrebbe condotto prima o poi allo stesso risultato. Diciamo che Superbrain ha solo dato un leggero soffio che ha fatto crollare il castello di carte…»
«Caspita, che storia incredibile! Grazie EdYrr, beh, è troppo facile diventare i numeri uno quando il tuo avversario affonda, non credi?» sorrise Alex facendo l’occhiolino al suo amico.
EdYrr annuì con aria complice, e indicando di nuovo il cacciavite fece capire ad Alex che era venuto il momento per lui di riconnettersi con i suoi simili. Dopotutto, pur mantenendo fede ai suoi doveri di tutor di un giovane umano, egli era pur sempre un membro della vincente stirpe dei Siliron.
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Il Prologo del racconto è disponibile a questo link. Clicca sui rispettivi link per leggere i primi due capitoli: Ferro e Elettroni.